martedì 31 gennaio 2012

Crostata di mele con gelatina alla mela cotogna ( Apple tart with quince brandy jelly)

tortamele

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Vi ho già raccontato che la mia passione per la cucina è nata un po' dal nulla: né mia madre né mia nonna sono mai state grandi appassionate di cucina. Per carità, mia nonna ha sempre cucinato ma faceva sempre un po' le stesse cose e soprattutto annegava tutto in litri d'olio: mania personale o risultato degli anni di guerra? Questo non lo so dire.
Non vedevo molto i miei nonni da piccola ma quando d'estate andavamo a trovarli al lago capitava che i miei mi lasciassero mezza giornata con la nonna. Spesso quindi, accompagnavo la nonna dal panettiere e mi piaceva da morire: che profumi che uscivano da là!
Nonna non mi faceva mai uscire di la a mani vuote: non prendevo tante cose diverse ma mi piacevano da morire. Per merenda c'era la pizza, la torta sabbiosa o...la torta di mele! Sì, quella torta di mele così buona! In realtà non era nulla di che ma la gelatina che luccicava sopra il vortice di mele mi attirava da morire!

Sarà perché i dolci alle mele "mi fanno molto casa", sarà che mi ricordano la nonna ma per me le torte di mele sono un vero e proprio comfort food!
Ecco perché, essendo sotto esame, ho deciso di cucinare questa crostata di mele. Non ho la ricetta della crostata che mangiavo da piccola ma ho cercato di riprodurla a modo mio, dando un tocco di modernità aromatizzando la gelatina. Ho utilizzato un'acquavite alla mela cotogna, che giaceva da diversi mesi in dispensa inutilizzata, visto che qui nessuno beve superalcolici. Non sapevo come sfruttarla e poi..illuminazione!

Il dolce che ne risulta è buonissimo e adatto a grandi e piccini: l'alcol evapora quindi non vi preoccupate! Che aspettate a farlo? Via in cucina!!!


tortamele

tortamele

Ingredienti (per una tortiera da 24 cm):

Per la frolla:

300 gr di farina 00
100 gr di zucchero
mezzo cucchiaino di polvere di vaniglia
1 cucchiaio di acquavite di melacotogna
1 pizzico di sale
1 uovo
125 gr di burro

Per il ripieno:

1 kg di mele golden
il succo di mezzo limone
3 cucchiai di zucchero
marmellata di albicocche

Per la gelatina:

1 busta di preparato per gelatina per torte (io avevo fretta ma voi potete usare anche la colla di pesce)
200 ml di acqua
50 ml di acquavite di mela cotogna (se volete un gusto più deciso aumentate l'acquavite, diminuendo in proporzione l'acqua)
3-4 cucchiai di zucchero


Ho iniziato sbucciando le mele. Ho levato i torsoli e le ho tagliate a fettine sottili e regolari. Ho bagnato le mele con il succo di limone, ho aggiunto lo zucchero e ho messo da parte.
In una ciotola ho unito la farina, lo zucchero, la vaniglia e il sale e ho mescolato. Ho aggiunto l'acquavite, l'uovo e il burro a temperatura ambiente. Ho mescolato bene, quindi ho messo l'impasto a riposare una mezzoretta.
Con una mattarello ho steso la pasta. Ho rivestito una tortiera con carta da forno, quindi vi ho messo la pasta frolla. Ho distributo un po' di marmellata sulla base della crostata, quindi ho posizionato le fettine di mela su tutta la crostata. Se avete fretta potete tranquillamente buttarle dentro a caso, se invece volete un effetto un po' più carino vi consiglio di metterle a raggiera.
Ho infornato a 190°.
Una volta pronta ho sfornato la crostata e l'ho lasciata raffreddare. In un pentolino ho unito il preparato per gelatina, lo zucchero, l'acqua e l'acquavite. Ho mescolato bene, sciogliendo tutti i grumi. Ho portato ad ebollizione, ho fatto sobbollire per 2 minuti quindi ho spento il fuoco. Ho fatto intiepidire un po', quindi ho distribuito la gelatina con un mestolo sulla crostata. Ho lasciato raffreddare bene quindi ho tagliato e servito.

Ingredients (for a 24cm pan):

for the short pastry:

300g of plain flour
100g of white sugar
half teaspoon of vanilla powder
1 tablespoon of quince brandy
1 pinch of salt
1 medium egg
125g of unsalted butter


for the filling:

1kg of golden apple
the juice of a half lemon
3 tablespoons of white sugar
apricot jam

for the jelly:

1 packet of for jelly mix (you can also use gelatine leaves)
200ml of water
50ml of quince brandy ( if you want a stronger flavour you can add more brandy and less water)
3-4 tablespoons of sugar

I peeled the apples. I removed the applecores and I cut them into thin and regular slices. I sprinkled the apples with lemonjuice, I added the sugar and left them aside.
In a bowl I mixed the flour, sugar, vanilla powder and salt. I added the quince brandy, eggs and butter at room temperature. I stirred well, then I left the pastry to stand for half an hour.
I rolled the pastry with a rolling pin. I covered a baking pan with baking paper, then I put the short pastry in it. I spread some jam on the short pastry, then I covered with the apples. If you want to save time, put the apples at random, but if you want a prettier effect, spread them in a spiral.
I baked at 190°C.
When the short pastry was ready, I took it out of the oven and I left it to cool. I put the mix for jelly, sugar, quince brandy and water in a small saucepan. I stirred well, to dissolve lumps. I boiled the jelly, and left simmer for 2 minutes, then I switched the hob off. I left to cool, then I poured the jelly on the tart. I left it to cool, then I cut it and I served it.



Con questa ricetta partecipo al contestdi Molino Chiavazza:

SONO A BOLZANO: COSA MANGIO? BAUERNTOAST!

Bauerntoast

Eccomi tornata con la mia rubrica su Bolzano! Oggi vi presento un piatto, se così si può definire, che troverete un po' in tutti i bar altoatesini: il Bauerntoast, ovvero il toast del contadino!
E' vero, il toast di mangia in tutta Italia (o in tutto il mondo?), ma questo è diverso: lo trovate solo qui. Spesso e volentieri viene servito molto più di quello classico, grazie al suo gusto intenso e così tipico. Gli ingredienti sono semplicissimo: pane nero altoatesino, speck e formaggio, la cui varietà può cambiare da locale a locale. Come il toast classico anche il Bauerntoast viene tostato, in modo da far sciogliere bene il formaggio e rendere croccante il pane (moooolto più buono delle tristi fette di pane da toast). E' davvero una meraviglia e sazia anche di più del toast che tutti conosciamo.
Non sorprendetevi se il Bauerntoast dovesse esservi servito con la salsa rosa, qui è abitudine metterla a disposizione del cliente sia per gustare il toast classico sia per la versione più "tedesca". All'inizio ero anch'io molto scettica ma devo dire che ci sta molto bene :)
Quella che vedete in foto è la mia versione di mini Bauerntoast che mi sono fatta a casa!Buonissimo!
Alla prossima!

giovedì 26 gennaio 2012

Tagliatelle al cacao con ragù piccante di seppioline

tagliatelle al cacao con ragù piccante di seppie

Io e la pasta fresca non abbiamo mai avuto un buon rapporto, ravioli, tagliatelle...più o meno ogni mio tentativo è andato fallito. Sarà che mia madre e mia nonna hanno sempre comprato la pasta al supermercato ma credo che la facoltà di impastare e stendere tagliatelle, lasagne ecc non faccia parte del mio programma genetico.
Dopo questa premessa posso presentarvi la mia ricettina per l'mtc di gennaio! Alessandra ha proposto le mitiche tagliatelle (alzi la mano chi non ha iniziato a canticchiare quell'odiosa canzone di nonna Pina e le sue tagliatelle...). Una dettagliata spiegazione di come trattare la pasta, come girarla, stenderla...beh niente! I geni si sono fatti sentire e quindi vi propongo quel che è venuto fuori: un piatto dal sapore buonissimo, anche se esteticamente non bellissimo. Le tagliatelle sono venute un po' spesse, ma sono sicura che tirandole un po' di più (sono sicura che voi siete in grado di farlo!) verranno perfette!
Di solito le tagliatelle al cacao si accompagnano con sughi ricchi e saporiti come un ragù di selvaggina, mentre i sughi di pesce si abbinano alle tagliatelle al nero di seppia. Io ho voluto rompere queste regole e lanciarmi in un nuovo abbinamento che si è rivelato azzeccato: pesce (si fa per dire) e tagliatelle al cacao. Per dare un gusto forte al sugo, che contrastasse il cacao, ho usato il peperoncino: perfetto! In più l'uso del rosmarino dà un tocco di originalità.
Vi lascio alla ricetta ma non prima di aver ringraziato il team di Menù turistico che come tutti i mesi non solo propone ricette da urlo ma riesce a trasmettere entusiasmo, amore e rispetto per il cibo! Thank u ragazze, siete mitiche!


tagliatelle al cacao con ragù piccante di seppioline

Ingredienti (per 3 persone):

Per le tagliatelle:

180 gr di farina 0
20 gr di cacao amaro
2 uova


Per il sugo:

50 gr di un misto da soffritto (carota, sedano, cipolla)
1 spicchio d'aglio
300 gr di seppioline
6 cucchiai di passata di pomodoro
peperoncino
rosmarino
olio, sale, pepe


Per quanto riguarda la preparazione delle tagliatelle, vi rimando al post di Alessandra, che è sicuramente più brava di me a spiegarvi come realizzarle!
Per quanto riguarda il sugo ho lavato, pulito e tritato la carota, la cipolla e il sedano. Ho sbucciato lo spicchio d'aglio e l'ho tritato. Ho messo le verdure in una padella con un po' di olio e ho fato soffriggere. Ho tagliatato finemente le seppioline e le ho aggiunte al soffritto. Ho aggiunto la passata di pomodoro e ho fatto cuocere. Ho aggiunto sale, peperoncino e rosmarino.
Nel frattempo ho cotto le tagliatelle in abbondante acqua salata. Ho scolato le tagliatelle, quindi le ho unite al sugo, facendo saltare la pasta per 1 minuto per ammalgamare bene i sapori. Ho aggiunto ancora un po' d'olio a crudo e ho servito.

Con questa ricetta partecipo all'mtc di gennaio di Menù turistico:




lunedì 23 gennaio 2012

Paccheri con salsa alle noci (Paccheri with walnuts sauce)

Paccheri

Non sono una che compra tutto bio, né una che compra solo prodotti equosolidali, tuttavia quando se ne presenta l'occasione credo che comprare qualcosa di bello o di buono e fare anche un bel gesto sia un'ottima idea.
Ecco perché a natale fra gli altri regali in famiglia abbiamo anche acquistato vini e pasta provenienti dalle terre sottratti alle mafie, aderenti all'iniziativa Libera. Le uve sono biologiche, i vini buoni e si sostiene un progetto a mio parere davvero meritevole! Anche la pasta si è rivelata molto buona, tiene la cottura e si sente che è di qualità. Trovate questi prodotti nei negozi altromercato.
Non volevo "sprecare " questa pasta per una ricetta qualsiasi quindi ho aspettato finché non mi è venuta l'idea giusta e..voilà: ecco i paccheri con salsa alle noci!

Paccheri altromercato

La salsa alle noci mi fa pensare un po' al passato, forse perché come la pennette alla vodka o la pasta panna e salmone non si vedono più csì spesso sulle tavole di ristoranti e cene importanti. A me in ogni caso ricorda le vacanze al mare, quando capitava di comprare la salsa alle noci. Sì era pronta, in barattolo, ma a me piaceva tanto.
Non conosco la "vera" salsa alle noci, sempre che ci sia, ma questa versione, fatta sul momento, a me è piaciuta molto. Può essere eventualmente utilizzata anche sui crostini, magari con pane nero.


Salsa alle noci


Ingredienti (per 4-5 porzioni):

200 gr di noci già sgusciate
250 gr di ricotta
1 spicchio d'aglio
5 cucchiai di parmigiano reggiano
2 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
sale, pepe


Per i paccheri per due persone:

160-180 gr di paccheri
circa 4 cucchiai di salsa alle noci


Ho inziato preparando la salsa: ho schiacciato, sbucciato e tritato l'aglio. Ho messo le noci nel mixer e le ho tritate, ho aggiunto l'aglio e la ricotta. Continuando a tritare ho aggiunto l'olio e il parmigiano. Quindi ho aggiustato di sale e pepe. Volendo ci starebbe bene un po' di basilico.

Per la pasta ho fatto cuocere la pasta in acqua salata e scolato ben al dente, sì: il pacchero va al dente! Ho scolato i paccheri con una schiumarola per evitare di romperli. Prima di buttare l'acqua, ne ho prelevati un paio di cucchiai e li ho aggiunti alla salsa di noci, in modo da renderla più liscia e cremosa. Ho aggiunto i paccheri alla crema e ho servito.


Ingredients (serves 4-5):

200g of shelled walnuts
250g of ricotta cheese
1 clove of garlic
5 tablespoons of grated parmesan
1 tablespoons of olive oil
salt, pepper


For the paccheri (serves 2):

160-180g of paccheri (pasta)
more or less 4 tablespoons of walnuts sauce


I began to prepare the sauce: I mashed, peeled and chopped the garlic. I put the walnuts in the mixer and I minced them, I added the garlic and the ricotta cheese. Continuing to chop, I added the oil and the parmesan. I added salt and pepper to taste. If you want, you can add some basil.

I cooked the pasta in salted water and drained it. Paccheri must be firm! I drained the paccheri with a perforated spoon to avoid to break them. Before throwing the water, I drew 2 tablespoons of it and I added them to the walnuts sauce, to make it smoother and creamier. I added the paccheri to the sauce and served.


Paccheri con salsa di noci

Più facile di così si muore ;)

giovedì 19 gennaio 2012

Torta deliziosa al cioccolato: light!!!!

torta cioccolato light

torta cioccolato light

Parliamoci onestamente: il sogno di noi donne non è il principe azzurro, è mangiare senza ingrassare! Potete smentire? :)
Tempo fa sono venuta a conoscenza della possibilità di utilizzare la rapa rossa nelle torte, per renderle più light. La cosa mi aveva incuriosita ma non avevo mai sperimentato la cosa, anche perché la diffidenza era tanta. Qualche giorno fa però, mi è tornata in mente questa cosa e mi sono impuntata: devo provare a mettere la rapa nella torta al cioccolato!
Fin qui tutto bene, però mi sono detta: usare la rapa nella torta ok, ma se poi ci lasci dentro burro, uova ecc. non è che la torta si possa definire esattamente light. Quindi? Quali ingredienti che normalmente rendono "grassa" una torta posso eliminare? Lo zucchero no, se no non è un dolce, la farina no perché per la torta serve, la cioccolata no perché se no che torta al cioccolato eh?, il lievito no perché se no faccio una frittata. Vabbeh, togliamo tutto il resto: latte, uova e burro. In più aggiungiamo la barbabietola!
Sì, avete capito bene: questa è una torta senza latte, uova e burro! E...udite, udite: ha 120 kcal a fetta! Vi sembrano molte? Beh sappiate che una normale torta ne contiene almeno il triplo e 120 kcal sono l'equivalente di uno yogurt intero alla frutta.
No, niente retrogusti di soia o cose simili, niente dolcificanti: un gustosissimo dolce al cioccolato, che appaga la mente, il palato e lo stomaco per un pugno di calorie! In più è una cavolata da fare!

Siete ancora dubbiosi? Leggete la ricetta e provate!

torta cioccolato light


Ingredienti (per uno stampo da plumcake da 24x9):

200 gr di farina 00
250 gr di zucchero bianco
1 bustina di lievito per dolci
20 gr di cacao
60 gr di cioccolato fondente (maggiore sarà la qualità, più gustosa sarà la torta)
400 gr di acqua calda
50 gr di barbabietola rossa

Ho unito tutti gli ingredienti secchi in una ciotola: farina, zucchero, lievito e cacao. Ho grattuggiato finemente la rapa rossa e l'ho unita agli ingredienti secchi. Ho aggiunto l'acqua calda (serve che sia calda per non raffreddare poi la cioccolata fusa). Ho mescolato bene cercando di sciogliere eventuali grumi. Ho sciolto il cioccolato in microonde, quindi l'ho aggiunto all'impasto e ho mescolato bene. Ho unto uno stampo da plumcake (io ho usato lo spray apposito per stampi, voi usate pure burro e farina o, ancora meglio, usate uno stampo in silicone), quindi vi ho versato l'impasto. Ho fatto cuocere per 55 minuti in forno statico a 160°. Fate comunque la prova stecchino: la torta dev'essere umida, ma non bagnata!
Con queste dosi si ottiene un dolce divisibile in circa 17 fette larghe un dito, ciascuna delle quali contiene appunto 120 kcal!

Ecco cosa è rimasto nel nostro piatto....



torta cioccolato light


Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Diario della mia cucina "Remise en forme":


Parigi: città magica 3

Buongiorno a tutti! Mi sono accorta di non aver finito di raccontarvi del mio viaggio a Parigi, eccomi dunque a rimediare! Dove eravamo rimasti?Ah sì, il terzo giorno!

Prima di partire avevamo programmato di dedicare la giornata a Versailles, ma dopo attenta analisi (si vabbeh, tempo di ingurgitare l'éclair al bar del giorno prima), decidiamo di rinunciare per non passare 3 ore in fila al freddo e sotto l'acqua. Optiamo dunque per tuffarci nel mondo dell'arte moderna e ci dirigiamo verso il centre Pompidou (fermata Rambuteau).

Flan

La fermata si trova poco lontana dal centro, ma noi prima abbiamo altre incombenze: i nostri stomaci pretendono di essere riempiti. In una perpendicolare di rue de Rambuteau ( rue de Saint Martin 149), troviamo una graziosa boulangerie (Sylvie et David Béatrix), con prezzi da panetteria e dolci da alta pasticceria! Qui consacro il mio amore al Flan Parisienne! Ci facciamo mettere due flan su un vassoietto e ci andiamo a sedere sul bordo della fontana vicino al Pompidou. Ci pappiamo i flan (uno alle albicocche, l'altro al pistacchio) e ben ben rimpinzati ci mettiamo in fila per entrare al centro di arte moderna.
centre pompidou

Il centre Pompidou ha una struttura a mio parere stupenda, è un intricarsi di tubi, acciaio, colore: impossibile non rimanerne colpiti. Il "museo" apre alle 11 ma vi consiglio di andare la un'oretta prima perché la gente ci si raccoglie davanti in anticipo e alle 10.30 rischiate di trovare già una fila che attraversa tutto il piazzale e in estate e in inverno non è il massimo. Una volta aperto però, tutto si svolge abbastanza velocemente, l'organizzazione è impeccabile. Come al solito il mio ragazzo paga il biglietto intero (13 euro), mentre io godo della riduzione (10 euro).
centre pompidou

Avendo deciso all'ultimo di visitare il centro, non avevamo controllato quali fossero le mostre temporanee in corso e rimaniamo felicemente sorpresi: all'ultimo piano possiamo visitare una mostra su Munch e una sul rapporto fra danza e arte. Devo dire che non mi sono mai interessata particolarmente a Munch, lo riducevo, sbagliando, al famosissimo "Urlo". Posso dire che per fortuna, grazie agli organizzatori di questa mostra, sono riuscita a scoprire un artista e delle opere altamente comunicative, che spaziano dalla pittura alla fotografia. Certo, non ne esce una personalità gioiosa ed equilibrata, ma se l'artista non è un po' tormentato che artista è?
Anche la mostra sulla danza è davvero particolare e ben fatta, ma forse Luca non è così appassionata del genere.
Ci spostiamo al piano di sotto dove si trova l'esposizione permanente di pezzi di arte moderna (dal '900 in poi). Io adoro il centre, racchiude tutta l'arte che più amo. Ci ero già stata ma non riesce a non colpirmi comunque: ci sono pezzi di design, arte concettuale, insomma potrei viverci dentro. Giriamo un po' per il piano, ma mi rendo conto che mentre io sono entusiasta come un bambino in un negozio di giocattoli, Luca ha la stessa espressione di uno che ha appena inghiottito una lumaca viva e quindi mi arrendo. Diamo un'ultima occhiata allo splendido panorama di cui si può godere dalle vetrate del centre Pompidou e poi scendiamo, grazie alle comode scale mobili esterne.
centre pompidou

Sacre Couer

Tour Eiffel

Si è fatto tardi e decidiamo di cercare un posticino dove mangiare qualcosa, quindi percorriamo rue Aubry le Bouche, attraversiamo Boulevard de Sébastopol e ci troviamo in rue Berger. Lì attorno ci sono un sacco di belle vie pedonali con negozi, ma soprattutto con ristorantini e fast food di ogni genere: si va dal libanese, al giapponese, dalla catena KFC restaurant all'ambulante che vi fa le crèpes. Qualunque sia la vostra necessità, troverete sicuramente ciò che fa per voi!
Noi, incuriositi dal bell'aspetto del panino di un passante, cerchiamo l'insegna che abbiamo visto sul sacchetto del ragazzo e finalmente dopo una decina di minuti troviamo Pomme de Pain. Cos'è Pomme de Pain? Un fast food! Sorpresi? Una foodblogger, a Parigi, va in un fast food? Ma che è, pazza? No, non sono pazza, anzi! E' vero, è fast, ma è anche buon food, credetimi. La catena è francese e offre solo ed esclusivamente specialità locali. Molti ingredienti sono biologici e si può dire quasi a km 0, nel senso che sono comunque proveniente solo da territorio nazionale. I prezzi, a dirla tutto, non sono esattamente da grandi catene perché per un menù con panino, bibita e dolce, una decina di euro ce li lasciate, ma parliamoci chiaro: questo è cibo di tutt'altra qualità! Noi optiamo per bibita e panino e visto il sole splendente, ci gustiamo il tutto seduti fuori, sui tavolini del fast food. Cosa ho mangiato alla fine? Il panino speciale per il periodo natalizio: baguette biologica alle nocciole, con valeriana, foie gras (e vi assicuro che erano fette belle spesse) e mousse di mele alla cannella. Ditemi dove trovate dei panini così!?
Panino slurp

Baguette bio

Dopo aver pranzato ci facciamo ancora qualche giretto per il quartiere, guardando negozietti e vetrine. Ci togliamo la voglia di dolce con gauffre alla mousse di mele e crèpe alle catsagne e poi prendiamo la metropolitana per gli Champs-Elysées.
Gauffre alle mele

Crèpe alle castagne

Li prendiamo molto alla larga perché scendiamo alla fermata Concorde e percorriamo la via a piedi. Sotto natale gli Champs-Elisées sono invasi da un mercatino, affollatissimo e pieno di bancarelle che vendono prodotti di ogni genere. Lo dico sinceramente: abitando a Bolzano, dove c'è uno dei più bei mercatini d'Europa, mi sfugge il fascino di quello parigino, un po' kitch e di poca atmosfera. Cercando di non soffocare in mezzo a tutta la gente proseguiamo, cercando Les galeries Lafayette, ma la ricerca non può andare a buon fine visto che les galeries non sono lì!!! Non so come mi ero convinta che si trovassero sugli Champs: l'alzeimer precoce inizia già a perseguitarmi. Decidiamo comunque di arrivare fino a l'Arc de Triomphe e proseguiamo. Nel frattempo intorno a noi iniziamo a vedere diversi poliziotti, furgoni blindati ecc, ma non ci facciamo troppo caso perché, pensiamo, con tutta quella gente probabilmente si previene per non curare. Procedendo verso l'arco però, il numero di poliziotti inizia a crescere un po' troppo, sono in tutta antisommossa e brandiscono manganelli in maniera non troppo rassicurante. Arriviamo quasi in fondo agli Champs Elisèes quando vediamo un consistente gruppo di rivoltosi che inizia a urlare, centinaia di poliziotti tirano fuori gli scudi e vedo intorno a me i francesi che iniziano a scappare. Quando vediamo i manifestanti che iniziano a correre contro i poliziotti (cioè nella nostra direzione) ce la filiamo in fretta e entriamo nella prima stazione della metropolitana che troviamo, dando l'addio all'Arc de Triomphe.
Proviamo quindi a raggiungere les galeries Lafayette, stavolta scendendo alla fermata giusta: Chaussée d'Antin- La Fayette. Scendiamo e capiamo subito che non s'ha da fare: alle 5 del sabato pomeriggio ci sono centinaia di persone in attesa di entrare nel centro commerciale, mettersi in fila corrisponderebbe a un suicidio.
Torniamo al quartiere latino e andiamo in cerca della Fnac, che troviamo in Boulevard Saint Germain. Inutile dirvelo, ci lascio un sacco di soldi e comunque molti meno di quelli che avrei voluto spendere là dentro! Ho scelto due titoli: "La Cuisine Authentique de nos Grands-mères" di Héloise Martel e "Salé" di Ladurée. Il primo è un bellissimo libro di cucina tradizionale francese, le ricette sono suddivise per regione alcune sono presentate sia in francese che in dialetto: una verra chiccheria! Certo, quanto a eleganza, niente può battere il libro di Ladurée, contenuto in un'elegante scatola, con copertina in tessuto. Le ricette provengono direttamente dalle cucine del famoso pasticcere Ladurée e sono una meglio dell'altra! Vi segnalo che esiste anche il volume sui dolci, che io non ho preso perché sono già piena di volumi sulla pasticceria ma che contiene ricette veramente niente male!
E' ora di cena, andiamo a mangiare un Gyros di dimensioni gigantesce a La maison de Gyros, in rue de la Huchette. Bisogna arrangiarsi per portare il cibo al tavolo e si mangia su piatti di plastica, ma rispetto ad altri Gyros del quartiere latino, questo posto offre numerosi posti a sedere che dopo un'intera giornata a camminare è un notevole valore aggiunto!
Torniamo in albergo e dopo aver preparato le valigie, crolliamo! Se non siete crollati anche voi a causa della mia logorrea vi aspetto per l'ultimo pezzo del mio racconto :) a presto!

mercoledì 11 gennaio 2012

Cupcakes alla banana con cioccolato bianco e mirtilli disidratati

cupcakes ciocco bianco cranberries

cupcakes ciocco bianco cranberries

E dire che questo stava diventando un blog serio, con ricette sane, light...eppure no, non ce la faccio: sarà il nervosismo per l'esame di lunedì, sarà che passare dai 10 kg di zucchero sotto natale al nulla totale è un cambiamento troppo grosso, sarà che avevo il libro di Nigella sotto mano, ma non ho potuto resistere.

Da quando avevo addocchiato un sacchetto di mirtilli rossi disidratati al supermercato mi era venuta l'idea di preparare die muffin utilizzandoli e abbinandoli con il cioccolato bianco. Manco a farlo apposta l'altra sera cercando una ricettina per smaltire alcune banane un po' troppo mature mi sono imbattuta nella ricetta che vi propongo oggi: cupcakes alla banana con cioccolato bianco e ciliegie disidratate (io le ho sostituite).
 L'abbinamento è davvero azzeccato, i sapori si mescolano perfettamente ma creano un connubio particolare, innovativo.

Il libro da cui è tratta la ricetta è "how to become a domestic goddess", l'ho preso in lingua originale su ibs, risparmiando più del 50%. Non si capisce perché il libro in italiano debba costare 42 euro contro i 15 del libro inglese, mah? Se vogliamo, l'unico incoveniente dell'acquisto in lingua originale è costituito dal fatto che le dosi sono espresse secondo le convenzioni anglosassoni, quindi tutto sarà espresso in cups, teaspoon ecc..

Non amo particolarmente questo metodo di misurazione, lo trovo molto impreciso. Finché si tratta di misurare la farina o lo zucchero tutto bene, ma se bisogna misurare altri alimenti come il burro, la cioccolata ecc le cose cambiano: avendo una forma propria possono occupare diversamente lo spazio e quindi a seconda di come si "incastrano" nel misuratore le dosi cambiano.

In ogni caso, se avete i misuratori appositi non sarà così difficile realizzare le ricette, se invece non li avete, almeno per questa ricetta vi darò io le dosi corrispondenti in grammi.

Una piccola osservazione: secondo me con le dosi fornite nella ricetta i muffin sono un po' poco dolci, non so se dipenda dalla grandezza dei frutti o dal fatto che c'è proprio poco zucchero ma io un po' ne aggiungerei.
Inoltre non so se sono i miei stampini da muffin ad essere piccoli o quelli inglesi ad essere grandi ma le dosi della ricetta erano teoricamente per 12 cupcakes, ma a me ne sono venuti 17.


cucakes ciocco bianco cranberries

Detto questo, siete pronti? Via con la ricetta!


Ingredienti (per 17 cupcakes):

mezza tazza (100 gr) di burro
3 quarti di tazza (180 gr) di zucchero
1 cucchiaino da tè di estratto di vaniglia (io un una punta di polvere di vaniglia)
3 banane mature
4 cucchiai da tavola di panna (io 4 di jogurt bianco, corrispondenti a 60 gr)
2 uova
1 cucchiaino da tè di bicarbonato (io non l'ho messo)
mezzo cucchiaino da tè di lievito (io ne ho messo uno e mezzo, corrispondente a 6 gr)
2 tazze (300 gr) di farina 00
3 cucchiai da tavola (30 gr) di mirtilli rossi disidratati
2 once (60 gr) di gocce di cioccolato bianco

Ho sciolto il burro in microonde quindi l'ho mescolato con lo zucchero. Ho aggiunto la vaniglia. Ho sbucciato le banane e le ho schiacciate con una forchetta, quindi le ho aggiunte all'impasto. Ho aggiunto anche lo yogurt e le uova e ho mescolato bene. Ho aggiunto il lievito e la farina e ho lavorato l'impasto con una spatola in silicone. Per ultimi ho incorporato i mirtilli e le gocce di cioccolato bianco.
Ho messo un pirottino di carta in ogni formina da muffin e ho versato circa 2 cucchiai di impasto in ognuno, ma vedete voi quanto impasto serve a seconda della dimensione dei vostri stampini.
Ho cotto a 180° gradi, forno statico, per circa 20 minuti.

lunedì 9 gennaio 2012

Halibut con cipollotto, zenzero e salsa di soia

halibut con cipolotto e salsa di soia halibut con cipolotto e salsa di soia

Lo confesso, se non ci separassero una sessantina di km, troverei ogni giorno una scusa per autoinvitarmi a cena da Meggy (Basilico, malva e cerfoglio). Riesce ogni volta a catturare il mio palato con i suoi piatti gustosi, senza considerare che la ammiro per tutti i secondi succulenti che riesce a preparare, al contrario di me che in campo "carni e pesci" me la cavicchio e basta.

Quando l'altro giorno ho visto la sua ricetta dell'orata al cartoccio mi sono ripromessa di provarla al più presto (era pure light!!) e, detto fatto, l'altroieri ho usato la sua idea di condimento. Ho usato però un pesce meno pregiato e spesso un po' denigrato: l'halibut. Non si può certo dire che sia il pesce più saporito del mondo ma è senza lische, costa poco e se cucinato a dovere mantiene anche una buona consistenza.

Ho deciso anche di utilizzare una tecnica di cottura un po' particolare. Poco tempo fa ho acquistato dei sacchetti appositi per la cottura in forno (tradizionale e microonde) della cuki, che consentono una preparazione dietetica.
Devo dire che sono rimasta abbastanza soddisfatta: volendo si possono praticare dei buchi sul sacchetto per far uscire il vapore, ma lasciandolo intatto si riesce ad evitare che il pesce si rinsecchisca, il che è molto facile se non si abbonda con i grassi. E' vero che però che gli stessi risultati sono ottenibili anche con altri metodi e quindi in questo caso il sacchettino è servito fino ad un certo punto. Li vedo sfruttati meglio con altre preparazioni, come una frittata.

Ho accompagnato il pesce con delle carote all'harissa ma per quelle dovrete aspettare un altro post ;)
Ringraziando ancora Meggy per la favolosa idea vi lascio alla ricettina!

halibut con cipollotto e salsa di soia

halibut con cipollotto e salsa di soia

Ingredienti (per 3 persone):

3 filetti di halibut
7 cipollotti
1 pezzetto di zenzero
salsa di soia


Ho sbucciato e tritato finemente lo zenzero. Ho lavato e tritato la parte più morbida dei cipollotti. Ho messo lo zenzero e i cipollotti in una ciotola e ho aggiunto la salsa di soia, insaporendo per bene gli aromi. Ho aperto i sacchetti, ho un po' rivoltato i bordi e vi ho messo i filetti di pesce. Ho distribuito equamente la salsa sui filetti e ho chiuso i sacchetti con l'apposito laccetto.
Ho infornato a 180° per circa 15 minuti. Ho tirato fuori i sacchetti e con molta cautela li ho aperti (esce un bel po' di vapore!). Ho impiattato e servito.

sabato 7 gennaio 2012

Terrina di verdure


terrina verdure

terrina verdure

Se c'è una cosa che mi fa tristezza sono le diete composte da da cibi tristi e insapori...ci credo che poi si molla tutto in pochi mesi, se non settimane!
Ecco perché mi ingegno per creare ricette leggere e non eccessivamente caloriche, ma allo stesso tempo gustose. Ecco perché non vi consiglio la ricetta solo se siete a dieta, anche se mangiare leggero fa bene a tutti dopo le abbuffate natalizie ;)
Le dosi sono approssimative perché ho usato quel che c'era in frigo, non vi preoccupate di farlo anche voi: 10 gr in più o in meno non faranno la differenza!

terrina verdure

terrina verdure

Ingredienti (per 4-5 persone):

6-7 patate rosse (erano molto piccole)
1 cespo di radicchio
3 porri
3 uova
fettine di speck
sale, pepe


Ho preso uno stampo da plumcake in silicone (in questo modo non ho dovuto ungere lo stampo) e l'ho "foderato" con le fettine di speck, lasciando parte della fettina all'esterno dello stampo.
Ho sbucciato le patate e le ho tagliate a fettine sottili, utilizzando la mandolina. Ho rivestito lo stampo con le patate sia sul fondo che sui lati (fate due strati sui lati e tre sul fondo). Tenete da parte delle fettine di patate, serviranno per chiudere la terrina.
Ho lavato e tagliato il radicchio e i porri (ho usato solo la parte bianca e quella verde iniziale). Li ho messi in una padella con un cucchiaio d'olio, sale e pepe. Una volta cotti li ho uniti alle uova leggeremente sbattute. Ho regolato di sale e pepe.
Ho versato il composto di uova e verdura nella terrina, quindi ho coperto con due strati di patate. Ho chiuso con i lembi di speck.
Ho infornato a 180° forno ventilato per circa 55 minuti.
Ho lasciato intiepidire, quindi ho tagliato a fette e ho servito.

mercoledì 4 gennaio 2012

Pane integrale con albicocche e nocciole (Whole weat bread with apricots and hazelnuts)

pane albicocche e nocciole

Ciao care! Vi siete già messe a dieta? Siete già passate a brodini, verdurine lesse and co.? Io una volta lo facevo, ora evito tanto non ci crede nessuno, io per prima. Diciamo che cerco semplicemente di tornare a un'alimentazione vagamente sana, da mantenere poi tutto l'anno :)

Sulla scia di questo mio pensiero oggi vi presento una ricettina che avevo nel cassetto da un po', nata una sera quando avevo voglia di prepararmi qualcosa di buono per la colazione del giorno dopo. Come forse vi ho già detto non amo le cose troppo dolci e questo pane direi che rappresenta il giusto connubio fra dolce e "panoso" (non credo esista questo aggettivo, ma ci siamo capiti no?).
 A me piace mangiato così, al naturale, ma se preferite potete gustarvelo con un velo di burro e miele!

Unico consiglio: i tempi della macchina del pane sono fissi e quindi per far lievitare decentemente il pane ho dovuto andarci un po' pesante col lievito e un po', lo ammetto, si sente. Quindi, se non utilizzate la macchina del pane, ma decidete di cuocerlo in forno vi consiglio di diminuire un po' le dosi di lievito e farlo lievitare un po' di più!

PS: questo pane vi permette di utilizzare tutti i tipi di frutta secca e magari far fuori quei pochi grammi di pinoli o di noci che vi rimangono in fondo a un sacchetto e non sapreste come riustilizzare. Non fatevi quindi problemi a sostituire le albicocche e le nocciole con altri tipi di frutta secca, l'importante è mantenere le proporzioni.

pane nocciole e albicocche
Ingredienti:

500 gr di farina integrale
1,5 cucchiaini di sale
3 cucchiai di zucchero
60 gr di latte
250 gr di acqua
1 cubetto di lievito fresco (25 gr)
200 gr di albicocche secche
100 gr di nocciole


Nella vaschetta della macchina del pane ho inserito in successione: l'acqua, il latte, il sale e lo zucchero. Quindi ho aggiunto la farina e il lievito sbriciolato. Ho messo su il programma per pane integrale da 1 kg, cottura massima. Al segnale sonoro ho aggiunto le albicocche secche e nocciole tritate grossolanamente.
Se lo fate a mano direi di farlo lievitare circa 1 ora e mezzo 2, dipende un po' dalle condizioni ambientali.  Fatelo puoi cuocere sui 180°.

Ingredients:

500g of whole weat flour
1,5 teaspoon of salt
3 tablespoons of white sugar
60g of milk
250g of water
25g of brewer's yeast
200g of dried apricots
100g of hazelnuts

In the breadcooker I put: water, milk, salt and sugar. I added flour and crumbled brewer's yeast. I set up the whole weat bread program for 1 kg, maximum cooking. When I heard he audio signal Iadded dried apricots and chpped hazelnuts.
If you prepare this bread whithout the breadcooker I suggest to left the mixture to rise for 1,5-2 hours, it dipends on the ambient situation. Cook the bread at 180°.

lunedì 2 gennaio 2012

Mi aiutate?

Ciao a tutti lettori,oggi niente ricettina, sono io a chiedervi un aiuto! Ho creato un progetto per partecipare al concorso indetto da Despar.
L'esito della competizione dipenderà in parte dai voti ricevuti e qui entrate in gioco voi! Vi va di aiutarmi e votarmi? :)
A questo link trovate il mio progetto: si chiama "Tecnologia e rispetto per l'ambiente: ecco Despar!". In alto a destra trovate il tasto per iscrivervi, seguite al procedura e poi tornate sul mio progetto e votate tramite gli alberelli a disposizione!

Avete tempo fino all'8 gennaio! Grazie a tutti :) bacini

domenica 1 gennaio 2012

Biscotti arancia e cannella

biscotti arancia cannella

biscotti arancia cannella

Buon anno!!! Come avete passato capodanno? Io sono piena come un'uovo, sia di cibo che di raffreddore. Sono sotto le coperte e spero passerà in fretta, anche perché forse è giunta l'ora di studiare.

biscotti

Guardando un po' delle foto che ho sul pc mi sono accorta di non avervi fatto vedere il secondo tipo di biscotti che ho realizzato come regalo per amici e parenti, che ho unito agli omini biscottini per creare dei sacchettini, secondo me molto belli.
So che è tardi per regalarli per natale, ma nulla vieta di farli e mangiarseli per conto proprio o di metterli nella calza della befana, sempre che passi per le vostre case ;).

Ingredienti:

540 gr di farina
250 gr di burro
300 gr di zucchero
2 uova
1 arancia
cannella

Per la decorazione: guardate qui


Nel kenwood ho lavorato il burro morbido con lo zucchero. Ho aggiunto la buccia di arancia grattuggiata e abbondante cannella. Ho unito le uova, una alla volta. Ho aggiunto la farina e fatto impastare. Ho creato una palla e ho messo a riposare in frigo.
Una volta che l'impasto è risultato compatto, l'ho steso (tenendo l'impasto non usato in quel momento in frigo). Ho ritagliato i biscotti con gli stampini e li ho messi su una placca da forno rivestita di carta da forno.
Ho infornato, in forno statico, a 180° per circa 10 minuti.